filosofica

filosofica · 02. gennaio 2021
Se non si vive allo stesso modo, non si muore allo stesso modo. Potremmo dargli la forma di un modus ponens, e giocare un po’ di logica, specie se antecedente e conseguente li considerassimo entrambi veri. Consideriamo una banalità osservare che non si vive la propria vita allo stesso modo, ma la ricaduta sull’altro versante, raramente è stata considerata. Come la vita che si conduce, anche la morte non potrà mai essere la stessa. Si suppone una vita al minimo consapevole, ossia propria...
filosofica · 28. luglio 2020
Nella misura in cui l'universo è regolato o ha processi regolati dall'informazione, ed in un senso non computazionale, la generazione spontanea assume un altro significato e somiglia vieppiù a cosa gli è stato contrapposto. Ossia il contrasto tra vitalisti e materialisti viene meno. I materialisti sono costretti ad ammettere una "intelligenza diffusa" ed i vitalisti a vedere nella loro posizione soltanto un caso. Come diceva Bruno, è una questione di quantità, non qualità.
filosofica · 21. luglio 2020
Ci sono momenti e luoghi del discorso in cui ciò che conta non sta nella genesi di quanto si dice, ma nel risultato. Il rapporto è lo stesso che c'è tra relativo ed assoluto. Ed è il finito che si infinitizza. Ciò è certamente accaduto quando manichei, gnostici e saggi di qualunque tipo e sostanza hanno riconosciuto il valore in sé di qualunque essere senziente ( e dove spingere il senziente). Valore dato dalla sua fragilità. La vera questione non è la morte, ma il considerare l'essere...
filosofica · 18. luglio 2020
Assunto che il nulla è "certo" quanto l’essere, poiché il primo è la semplice negazione del secondo, ossia di qualunque ente, un nihil negativum irrappresentabile, sicché non vi rientra il vuoto di qualunque genere di cui parla la fisica, veniamo al nostro. Se una condizione conduce al nulla così inteso, essa è letteralmente impossibile (modalità della negazione della realtà, qualunque sia). Poiché il divenire comporta il nulla (o niente, come dice Severino), allora il divenire è...
filosofica · 01. novembre 2019
Possiamo concepire il "libero arbitrio" come un tendere indefinito verso una riduzione del "condizionamento". Esso tuttavia sarebbe reso possibile per i più da determinate condizioni sociali, ossia presuppone delle condizioni necessarie, come quelle fino ad ora date lo hanno totalmente impedito, specie nei nostri tempi di "virtù democratiche". Sino ad ora quel "tendere" è stato solo prerogativa di pochi individui della nostra specie. Riguardo a ciò, per le altre specie empaticamente a noi...
filosofica · 01. novembre 2019
Per quanto si ritenga ampia ed a tratti completa, la "nostra" conoscenza è sempre e comunque una "prospettiva" sul mondo, non la "Verità". Chiamare in causa la "tecnica" per rimarcarne la natura "oggettiva" rappresenta il modo in cui facciamo entrare dalla finestra quanto cacciato dalla porta; ancora: fare di tale prospettiva un assoluto. Vi sono tanti mondi quanti sono gli esseri senzienti. 29/04/2011
filosofica · 02. ottobre 2019
Gli animali non hanno diritti, il che è vero. Non è una condizione ad essi riferibile, come non lo è alle piante, giacché loro non praticano il dominio degli uni sugli altri. La cultura del diritto è ideologia, ossia suppone una prassi storica, quella del dominio degli uomini gli uni sugli altri. Essa legittima, giustifica il dominio e nel contempo ne lenisce la portata. Il diritto al lavoro è diritto allo sfruttamento salariale, il diritto ad assumere ruoli militari è diritto...
filosofica · 16. settembre 2019
Quanti animali uccisi e quanti organismi vegetali devastati. Spesso per il semplice arbitrio. Oltre cento miliardi l'anno, dicono, nel complesso industriale alimentare, e la gran parte delle foreste da quando è iniziata la civiltà. Sino a mettere sotto le auto infernali un cucciolo appena nato come niente fosse. Come fossero cose, perché sono cose. La percezione del mondo è il mondo. Ma la genesi di quella percezione è in un rapporto sociale determinato. Certo, per non sembrare misantropi,...
filosofica · 10. settembre 2019
I cosiddetti giudizi di valore ed estetici, considerati talvolta “invenzioni”, sono reali, come i sogni, e nel senso che “esistono” e nel senso che hanno una genesi, rispondono ad un bisogno, esprimono un modus vivendi. La loro verità consiste di ciò che li ha generati. Esistono dunque in ogni senso. Solo in un senso si può dire che non esistono: “oggettivamente”, ossia indipendentemente dal contesto di specie e poi della storia umana che li ha prodotti. Ma in tal guisa, neppure...
filosofica · 06. settembre 2019
Dunque vediamo. 85% sono organismi autotrofi, non necessitano di alcun tipo di predazione, ossia sintetizzano da sé tutti gli elementi di cui hanno bisogno ed hanno un modus vivendi caratterizzato da mutuo appoggio e simbiosi. In termini di biomassa, lo 0,3% sono animali e lo 0,01% appartengono alla specie umana. Tra gli animali solo una parte, per lo più pesci, sono eterotrofi carnivori, gli altri di nutrono di elementi vegetali. Un bel colpo alla Weltanschauung per cui tutto è lotta per...

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